“Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?” (II Corinzi 6:14)

 

“Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate” (I Corinzi 2:12)

Il messaggio contenuto nel verso sopra indicato, è che la vera comunione non può esistere fra un credente e un non credente. La base per la creazione di una società fra credenti e non credenti è molto fragile. Notiamo le espressioni contenute nel verso: “Non vi mettete con”,  “Un giogo che non è per voi”, “Che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità”, “Comunione tra la luce e le tenebre”.  La Bibbia chiaramente ci esorta, come figli di Dio, a non contrarre stretti rapporti con i non credenti. Si parla di stretti rapporti come il matrimonio o accordi lavorativi, non dei comuni contatti quotidiani: il credente non è un eremita! Spesso, infatti, ci troviamo a contatto con persone che non hanno fede in Dio, questo è il posto in cui Dio ci vuole allo scopo di poter parlare loro di Cristo. Il segreto per essere figli di Dio in un mondo malvagio è vivere in comunione con Dio. Se permettiamo allo Spirito Santo di guidare la nostra vita, saremo così vicini a Dio che ogni persona si accorgerà che siamo Suoi. Nella preghiera sacerdotale, Gesù pregava il Padre affinché fossimo protetti da tutto ciò che il principe di questo mondo ci propone per farci perdere la nostra comunione con Dio: “Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (Giovanni 17:15-16). Noi viviamo nel mondo, ma la nostra cittadinanza è nel cielo; possiamo stare a contatto con i non credenti senza essere come loro.

Si racconta che un uomo di nome Geroge notò qualcosa di diverso nella vita di un suo nuovo vicino di casa. Quando gli chiese cosa lo rendeva così diverso dagli altri, il vicino rispose che aveva accettato Gesù come suo personale Salvatore e aveva consacrato la sua vita al Signore. Grazie a questa semplice testimonianza, George, accettò anch’egli Gesù. Recatosi a visitare sua madre in un’altra città, la donna gli chiese: “George, cosa ti è successo?”, allora le parlò di come Gesù era entrato nel suo cuore e, dopo poco anche lei accettò il Signore come suo personale Salvatore. In seguito, entrambi ricevettero il battesimo nello Spirito Santo. I problemi di George non erano cambiati, ma Giorge sì! Quanto alla madre, notato il suo cambiamento, desiderò sperimentare anch’ella quello che aveva trasformato la vita di suo figlio. Due vite cambiarono perché il vicino di George era consacrato a Dio e separato dal mondo! Dio ci chiama a vivere separati per Lui. Egli ci vuole dedicati, separati per il Suo servizio.

In Romani 12:1 leggiamo “Presentati i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio”. Questo è l’aspetto essenziale della santificazione. In Atti 13:2 è scritto: “Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’operra alla quale li ho chiamati”. In  Romani 1:1 leggiamo: “Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il Vangelo di Dio”. Notiamo che la separazione è necessaria per poter appartenere a Dio e servirLo.  L’aspetto della Santificazione viene definita anche Consacrazione e solo Dio può aiutarci a realizzarla per vivere in modo pio come fece Gesù. Adoperiamoci e preghiamo affinché lo Spirito Santo ci guidi nelle decisioni che tutti i giorni ci troviamo a dover prendere, rimanendo così graditi e in comunione con Dio.

Dio vi benedica.

Pastore Samuele Pellerito