‘Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza’ (Romani 8:24-25).
I credenti vivono su questa terra senza aver mai visto la loro patria, ossia il cielo! Essi, perciò, vivono sperando in quello che non hanno ancora visto e l’aspettano con pazienza.
Il futuro cittadino del cielo è chiamato ad essere un buon cittadino sulla terra, anzi, il migliore! Egli deve obbedienza al suo governo ed è esortato a rispettare le leggi che regolano la vita sociale ed economica del suo paese. Un credente non deve violare intenzionalmente le leggi, se questo accade egli disonora la sua vera patria nel cielo. Chi dopo la conversione finisse in prigione per aver commesso un crimine, difficilmente riuscirebbe a convincere i suoi compagni di cella che egli è cittadino di un paese dove regna la perfetta giustizia.
Dio ci aiuti ad essere dei buoni cittadini! Alcuni credenti sono talmente “spirituali” che finiscono con l’essere di nessuna utilità sulla terra. Questo non deve accadere! La Bibbia definisce il credente come il ‘sale della terra’.
“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Matteo 5:13).
E’ risaputo che il sale migliora, non peggiora il gusto del cibo. I credenti sono chiamati a migliorare il sapore del mondo che sarà benedetto se ospiterà credenti la cui presenza porta pace e gioia, le cui preghiere sostengono i governi e la cui giustizia fortifica la nazione! Il credente non deve manifestare troppo disinteresse per il mondo, ma nemmeno troppo interesse. Uno dei pericoli, viene dall’essere così indaffarati ed interessati alle faccende di questo mondo da dimenticare il motivo per il quale Dio ci lascia sulla terra dopo la conversione.
Siamo il ‘sale della terra’, è vero, ma la salinità, ossia la rettitudine che riusciamo a manifestare nella nostra vita, dipende dalla costanza con la quale manteniamo il nostro personale rapporto con Cristo Gesù. Non possiamo essere il sale della terra se dimentichiamo di essere degli stranieri in questo mondo.
”Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima” (1 Pietro 2:11).
A questo proposito il credente ha almeno due motivi di preghiera:Il primo è che il nostro animo non sia attirato dalle cose di questo mondo.
“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1 Giovanni 2:15).
Questo deve essere tra i primari argomenti delle nostre preghiere se desideriamo annunciare la grazia di Dio al mondo ed essere di esempio per gli altri.Il secondo motivo è che non veniamo meno al compito che Dio ci ha assegnato:
“mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo” (Giovanni 9:5).
Gesù disse queste parole durante il Suo ministero terreno in riferimento alla Sua condotta ed al Suo servizio. Egli che è il nostro perfetto esempio fece del bene ovunque andò. Ogni credente è esortato a seguirlo in tutto. Mentre Gesù era nel mondo, era la luce del mondo, lo stesso vale per i figliuoli di Dio ai quali Cristo ancora oggi dice “voi siete la luce del mondo” (Matteo 5:14).
In conclusione, pur essendo degli stranieri in questo mondo, i credenti hanno una precisa missione da compiere. Tale mandato, talvolta può anche essere causa di sofferenza e dolore. Ebbene anche Gesù dovette patire per portare a termine il Suo mandato, ma alla fine poté dire: “è compiuto!”.
Anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte e collaborare con Dio nella Sua opera.Quando il nostro lavoro sarà terminato, potremo rallegrarci e dire con il Maestro “è compiuto” per poi raggiungere la casa del Padre.Quello sarà certamente un bel giorno!
Dio benedica la vostra vita.
Past. Samuele Pellerito