“Beato l’uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano”

Giacomo 1:12

 

“Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù”

II Timoteo 2:3

 

Una domanda che viene spesso posta dai credenti è: “perché il credente deve passare attraverso così tante prove se Dio controlla totalmente gli eventi di questa vita?” La Bibbia ce ne dà diverse ragioni:

–          sono promesse per la crescita spirituale del credente (Salmo 94:12);

–          possono rappresentare una fase di preparazione in vista di incarichi importanti (I Corinzi 16:9);

–          l’afflizione da Gloria a Dio se reagiamo ad essa nel modo giusto;

–          fanno parte della chiamata rivolta alla Chiesa (Giovanni 15:18).

Nessuno vive tutta la vita senza patire qualche sofferenza, e questo vale anche per il credente. Anzi, la sofferenza fa parte di un programma ben preciso della “Scuola” di Cristo. Il Salmista affermava: “è stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Salmo 119:71). Le prove che il credente deve affrontare possono essere paragonate, in qualche modo, al compito del cane da gregge: tenere la pecora vicino al pastore. Le prove sono anche la disciplina di un Padre amorevole che desidera che i propri figlioli dividano con Lui la Sua santità. L’autore agli Ebrei lo spiega chiaramente: “sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?  Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità.  È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 12:7-11).

La giovane pianta che si curva sotto la spinta del vento, sviluppa radici forti e profonde. I venti avversi di questa vita aiutano il credente a sviluppare radici forti e profonde in Cristo e ad avere uno spirito sottomesso a Dio. Poiché i credenti vivono in un mondo spiritualmente ostile ci saranno sempre ostacoli da superare. Gesù soffrì molte cose a causa di quello che c’era nel mondo: Pilato, un governatore pagano e una folla adirata. Soffrì pure a causa di quello che c’era all’interno del suo gruppo: esempio per tutti, Giuda il traditore! Spesso siamo costretti ad imparare la pazienza dalle prove che ci vengono dal mondo o dall’interno del nostro gruppo. Gesù è il nostro esempio. Quando fu tentato da Satana, Cristo rifiutò l’idea di un trono senza croce.

Teresa, una credente di origine spagnola vissuta molto tempo fa, fu un esempio notevole di pazienza nella prova. Da giovane fu colpita da una malattia che quasi le costò la vita e, come se non bastasse, rimase paralizzata per un serio problema al cuore. Per tre anni non poté muoversi; poi lentamente, cominciò a riguadagnare l’uso delle braccia e delle gambe riuscendo a muoversi strisciando sulle mani e sulle ginocchia. A tutti quelli che le domandavano della sua salute, Teresa diceva: “io mi rimetto alla volontà di Dio, anche se dovesse lasciarmi in questo stato per sempre”. In una sua lettera prima di morire, scrisse: “Oh se potessi spiegare la pace e la quiete che la mia anima ha trovato in Dio! Tutto in me desidera onorarLo. Anche se talvolta sembra quasi che Dio mi faccia soffrire senza darmi conforto, il mio desiderio resta sempre quello di fare la Sua volontà”. Poi non firmò la lettera con il suo nome e cognome ma con l’espressione: “Teresa di Gesù”.

Giobbe, l’uomo integro e che temeva Dio, soffrì molto e dovette aspettare pazientemente l’intervento di Dio prima di ricevere la guarigione e vedere il risanamento della sua famiglia e della sua condizione economica. Alla domanda “perché le prove?” la risposta la troviamo nel seguente versetto: “perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo” (I Pietro 1:6-7).

Fratelli impariamo a sopportare la prova per essere approvati!

Dio vi benedica

Pastore Samuele Pellerito