“Appena Davide ebbe finito di parlare con Saul, Gionatan si sentì nell’animo legato a Davide, e Gionatan l’amò come l’anima sua… Gionatan fece alleanza con Davide, perché lo amava come l’anima propria’ (I Samuele 18:1-3).

Spesso nella società e anche nella chiesa si sentono alcune affermazioni del tipo “non mi sento inserito” oppure “mi sento un pesce fuori dall’acqua”. Le difficoltà incontrate da alcune persone, e anche da alcuni credenti, sta nel non riuscire ad inserirsi in contesti della società e anche nella chiesa e il più delle volte, anziché costruire relazioni, si tende a chiudersi in se stessi, perdendo la benedizione di essere circondati da amici, fratelli e sorelle che possono sostenerci nei momenti di sofferenza e gioire nei momenti di gioia.

Gli stessi mattoni e le stesse pietre che possono essere usati per costruire chiese, scuole ed ospedali, possono essere utilizzati per costruire prigioni. Le stesse pietre per costruire ponti possono essere usate per costruire muri. La differenza sta nel progetto del costruttore.I ponti permettono di spostarsi in due direzioni, attraversando delle barriere; sono mezzi necessari per la costruzione di una comunità, poiché uniscono le persone. Uno dei significati base di ‘Koinonia’ è “rapporto a doppio senso” un rapporto basato sul dare e l’avere.

Alcuni ponti o muri possono essere costruiti senza l’uso di mattoni o pietre. Si costruiscono ponti quando, mostrando amicizia, si aiuta attraverso la propria disponibilità qualcuno che ha bisogno. Si costruiscono muri, invece, tenendo per sé la propria amicizia, chiudendosi in se stessi e distaccandosi dagli altri. I credenti dovrebbero cercare di avere amici in qualsiasi rango della società. Si costruiscono muri quando ci si considera migliori degli altri ed anche quando ci si rifiuta di essere disponibili verso coloro che consideriamo superiori a noi.

Il mezzo per raggiungere anime da conquistare al Signore è l’amicizia, e quelli per integrarsi nella comunità sono l’amicizia e le relazioni. I muri dividono, i ponti collegano e servono per unire. A volte alcuni muri devono essere abbattuti per poter raggiungere e unirsi ad altri. I muri sono eretti a causa delle differenze esistenti fra le persone: la posizione sociale, il colore della pelle, le usanze, le abitudini, il carattere, la timidezza ecc… Gesù “ruppe i muri”, quando rese la sua testimonianza alla donna Samaritana incontrata al pozzo

“Una Samaritana venne ad attingere l’acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere». (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprar da mangiare.) La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani” (Giovanni 4:7-9).

E’ più sicuro costruire muri che ponti, con questi ultimi infatti, si corre il rischio di essere feriti o rifiutati. Gesù ha promesso di starci accanto e ci benedirà quando ci protendiamo verso gli altri. In Giovanni 16:33, Gesù, esorta: “Fatevi animo! Io ho vinto il mondo”. Sempre in Giovanni, Gesù, non prega che Dio porti fuori dal mondo i Suoi, ma che li tenga stretti a Sé al sicuro dal maligno Giovanni 17:15

“Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno”.

Dobbiamo scegliere continuamente se costruire muri o ponti nella chiesa e nella comunità in cui viviamo.

Vorrei che ci ponessimo alcuni interrogativi: ‘Cosa stiamo costruendo nella società, nella famiglia, nella comunità locale? Muri o ponti?’, ‘Stiamo mostrando un vero spirito d’amore mentre viviamo nella comunità alla quale apparteniamo?’, ‘Portiamo anime a Cristo avvicinandole prima a noi?’.

L’esortazione è: non costruite muri intorno a voi ma costruite ponti attraverso relazioni di amicizia.

Dio vi benedica.

Past. Samuele Pellerito