“Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne.”

Galati 5:13

Due grandi pericoli minacciavano l’integrità della chiesa e la vita spirituale dei credenti al tempo dell’apostolo Paolo. Entrambi riguardavano la libertà cristiana. Un pericolo era costituito dal legalismo che ‘ingabbiava’ la vita cristiana in rigide norme e la limitava all’ubbidienza di certe regole; alla fine, essi pensavano persino che la salvezza dipendesse dall’osservanza di alcuni precetti. L’altro pericolo era costituito da alcuni che venivano considerati antilegge, chiamati ‘antinomisti’, i quali credevano che, poiché la salvezza era per fede, il credente non veniva più chiamato a rispettare alcuna legge morale. Alcuni arrivavano persino a pensare che più peccavano più glorificavano Dio, perché il mondo vedeva la grazia del Signore nel concedere il perdono. ‘Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?’ (Romani 6:1-2). Queste due posizioni erano e sono ancora gli estremi della libertà cristiana. Nella prima epistola ai Corinzi, Paolo tratta l’abuso della libertà cristiana, mostrando l’importanza dei giusti freni alla libertà, per non varcare i limiti della morale cristiana. Oggi nelle chiese non vi sono partiti ‘antinomisti’, tuttavia non possiamo negare che taluni che si definiscono cristiani vivono come vogliono andando oltre la libertà cristiana. Costoro vivono fuori dei limiti della volontà di Dio su un terreno, quindi, molto pericoloso. La chiesa ha un preciso dovere verso queste persone: la disciplina nelle sue varie sfumature. Molti oggi parlano di ‘nuova moralità’ e di stili di vita ‘alternativi’. Si rende necessario ribadire che la libertà non dà la licenza al peccato.
L’apostolo Paolo paragonava il peccato al lievito. In effetti, tutte le volte che la Bibbia menziona il lievito, generalmente lo fa per esprimere l’idea del male o del peccato. Come gli Israeliti dovevano togliere tutto il lievito dalla casa per poter mangiare il pasto pasquale secondo le direttive divine, anche noi dobbiamo eliminare il peccato per avere comunione con Dio. ‘Per sette giorni mangerete pani azzimi. Fin dal primo giorno toglierete ogni lievito dalle vostre case’ (Esodo 12:15). L’apostolo esortava: ‘Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata’ (1 Corinzi 5:7). L’essere stati liberati dall’osservanza di regole religiose, non vuol dire che siamo liberi dai principi morali. In Cristo siamo liberi di scegliere il bene e rifiutare il male. Siamo anche liberi di scegliere il male; ma in tal caso ne subiremo anche le conseguenze. ‘Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna’ (Galati 6:7-8).
La libertà di fare qualunque cosa, senza badare alle conseguenze, non è la vera libertà. Purtroppo alcuni credenti a Corinto si erano spinti troppo oltre nell’esercizio della loro libertà. Alcuni pensavano addirittura di poter fare ciò che più gli pareva con il proprio corpo. L’apostolo Paolo corregge questa idea usando parole dirette che chiariscono come il corpo dell’uomo e del credente in particolare, non sia stato creato solo per il cibo o per i piaceri sensuali: ‘Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo’ (1 Corinzi 6:13). L’apostolo Paolo inoltre ammonisce: ‘Fuggite la fornicazione’. Il grido di allarme è: ‘Fuggite! Scappate via!’ e non: ‘Cercate di fuggire’. E’ come se dicesse: ‘Fuggite se volete vivere! Allontanatevi dalle persone o dai posti che vi tentano! Non gettate benzina sul fuoco della concupiscenza leggendo libri, giornali, o guardando film e visitando siti web equivoci e pericolosi. Non pensate di essere abbastanza forti da soccombere alla tentazione. Fuggite via!’.
Viviamo in un mondo sempre più inquinato dal peccato. Dio vuole il totale ritiro della Sua Chiesa dai peccatori che sono attorno al Suo popolo. Gesù trattava con i peccatori ma non partecipava ai loro peccati. Dio ci vuole in questo mondo come ‘lampade in luogo oscuro’. Satana cercherà di spegnere questa luce spingendoci a peccare, ma noi abbiamo Gesù, la Luce del mondo che vive in noi per mezzo dello Spirito Santo. Stiamo uniti a Lui ed Egli, che è anche il Signore dei nostri corpi, ci libererà da desideri impuri, ci libererà da vizi nocivi, ci guarirà, rafforzerà i nostri punti deboli e ci aiuterà a glorificare Dio anche con il nostro corpo. Così potremo ‘camminare nella luce’ in piena libertà cristiana.
Dio vi benedica!

Pastore Samuele Pellerito