“A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po’ di tempo, dovete essere afflitti da varie prove, affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell’oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1:6-7).

Una fede messa a dura prova dalle circostanze negative offre la misura di quanto si è capaci di credere in Dio. Ciò può contribuire all’edificazione della nostra fede.

L’esperienza vissuta da Abramo sul monte Moria segnò il trionfo della sua profonda fede, la sua più grande vittoria. Egli stava per sacrificare suo figlio Isacco ma Dio lo sostituì con un ariete. Abramo aveva ubbidito a Dio, nonostante l’enormità della richiesta. La sua fede aveva resistito a quella terribile prova. Egli sapeva, ormai per esperienza, che Dio poteva fornire un sostituto, che Dio poteva prendersi cura della sua famiglia.

Quali sono le circostanze che Dio usa per mettere alla prova la nostra fede? Pericoli, delusioni. Mancanza di fiducia da parte di familiari e di amici. Disagi. Il fallimento dei nostri progetti. Così Dio mette a dura prova la nostra fede! Egli permette questo per farci comprendere quali sono i nostri lati deboli ed indurci a confidare in Lui e nel Suo aiuto.

Le circostanze difficili che ostacolano il credente mentre esso cerca di sottomettersi alla volontà di Dio, possono avere un carattere disciplinare. Lo scopo di tale disciplina è aiutarlo a raggiungere gli obiettivi che Dio ha stabilito per lui.

La disciplina è una forma di “addestramento”, ossia la scelta di determinate attività necessarie per il raggiungimento di un obiettivo. Nel linguaggio sportivo, la disciplina significa infatti che l’atleta affronta volontariamente determinati sforzi per migliorare la propria resistenza fisica. Il rapporto fra la disciplina e l’essere discepolo di Cristo è evidente. I dodici apostoli erano uomini addestrati dall’adempimento della volontà di Cristo. In ciascuna circostanza difficile, Gesù lasciò che i discepoli arrivassero al limite delle loro possibilità. Gesù intendeva insegnare loro la necessità di una totale dipendenza dal loro Maestro.

Non dovremmo permettere alle difficoltà di confonderci la mente e distrarci dalla volontà di Dio. Dovremmo, invece, renderci conto che Dio si sta servendo di quei problemi per attirare la nostra attenzione su di Lui. E’ questa la chiave per vincere qualsiasi difficoltà: concentrarsi esclusivamente su Dio.

Cosa può dunque aspettarsi un figliolo di Dio quando accetta di sottomettersi alla volontà del Padre? Vive in un mondo intricato e cerca di camminare lungo la strada diritta. In un mondo oscuro egli desidera seguire la luce.

Dio può servirsi di circostanze difficili in svariate maniere per trasformarle in validi ed effettivi aiuti per la realizzazione del Suo piano perfetto. Esse possono edificare la nostra fede. Possono insegnarci a contare esclusivamente sull’aiuto divino. Possono trasformarsi in vittoria. Possono ricordarci alcune promesse di Cristo: la croce, il conflitto, la gara, il disprezzo del mondo, le tentazioni e le sofferenze. Ma possono anche ricordarci altre Sue promesse: il trionfo, la corona, il trono, la veste candida, il riconoscimento del Padre.

Una fede che resiste a dure prove, acquista valore. L’apostolo Giacomo se ne era reso conto e così lo spiega in Giacomo 1:2-3:

‘Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza’.

Dio opera nella misura della nostra fede. Se manca la fede, nulla di quanto possiamo fare aiuta il Suo piano e lo soddisfa: Ebrei 11:6:

‘Ora senza fede è impossibile piacerGli, perché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è, e che Egli è il rimuneratore di quelli che Lo cercano’.

Dio vi benedica.

Past. Samuele Pellerito