“Infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle Sue” (Ebrei 4:10).
Il mese di agosto, secondo una tradizione consolidata, è riservato dalla maggioranza dei nostri connazionali al godimento di un meritato riposo, in altre parole è il mese delle vacanze.
La parola “vacanze” deriva dal latino, inizialmente significava “essere vuoto“, poi assunse il significato di “aver tempo d’occuparsi di qualcosa“, ed infine nel 1600 quello di “periodo di riposo“.
Non è certo una coincidenza quella che esiste fra i diversi significati del termine ed i diversi modi di vivere le vacanze. Difatti, per alcuni credenti questo periodo rischia di tramutarsi in una pericolosa trappola, dove la pigrizia e la tiepidezza spirituali ingabbiano l’anima. Se vacanza è sinonimo di periodo vuoto, sotto il profilo personale e familiare, allora è bene rimanere in città. Si avrà così tutta l’opportunità di recarsi nel locale di culto per rendere il servizio al Signore e, magari, evangelizzare i pochi rimasti a sfidare l’afa estiva.
Il Signore Gesù concesse a Sé stesso ed ai Suoi discepoli dei periodi di riposo dopo missioni faticose ed impegnative:
“E partiti, predicavano che la gente si ravvedesse; cacciavano molti demoni, ungevano d’olio molti infermi e li guarivano… Or gli apostoli, essendosi raccolti presso Gesù, Gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed Egli disse loro: “Venitevene ora in disparte, in luogo solitario, e riposatevi un po’”. Difatti, era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppur tempo di mangiare. Partirono dunque nella barca per andare in un luogo solitario in disparte” (Marco 6:12,13,30-32).
Impariamo dal Signore a scegliere luoghi nei quali si possa godere tranquillità, riposo del corpo ma soprattutto la comunione con Dio ed i nostri fratelli in fede. Purtroppo, quella che dovrebbe essere un’occasione per trovare “tempo d’occuparsi di qualcosa“, in particolar modo della salute dell’anima, si risolve in una settimana caotica, in cui alcuni addirittura dimenticano perfino di portare con sé la Bibbia, altri d’informarsi sull’indirizzo del locale di culto più vicino. Per alcuni versi si commette lo stesso errore condannato da Cristo nella parabola dell’uomo ricco che, ragionando fra sé, pensò:
“Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi’” (Luca 12:18,19).
Il vero riposo inizia dall’anima! Questa verità è biblica, ed è valida anche durante la stagione estiva.
In conclusione, ritorniamo alle parole di Gesù già citate: “…Venitevene ora in disparte, in luogo solitario, e riposatevi un po’…“, per commentarle schematicamente. In primo luogo, è irrinunciabile la presenza di Cristo: “Venitevene” o in altre parole: “Venite con Me“; va da sé che vi sono luoghi e compagnie nei quali, e con le quali, Cristo non ci onorerà con la Sua presenza, saremo soli e perciò vuoti; in tal modo onoreremo l’antico significato latino, ma non faremo del bene all’anima nostra. Prima di partire, sinceriamoci dell’approvazione del nostro Salvatore.
Un altro elemento che va sottolineato, è la santità: “…in disparte, in luogo solitario…“, oltre alla ricerca della comunione con i nostri fratelli in fede è bene cogliere l’occasione, in un periodo nel quale non siamo oppressi da scadenze ed orari, per cibare la mente con la lettura della Parola di Dio e per godere serenamente degli affetti familiari, senza perderci nella confusione e negli schiamazzi.
La prova di un riposo proficuo secondo la volontà di Dio è costituita dal ritorno presso la propria comunità. Se si è più distratti ed apatici che mai, allora si può star certi d’essere stati davvero in vacanza, cioè “d’essere vuoti“. Se, invece, la fiamma della Grazia è rivitalizzata si è avuto “tempo d’occuparsi” della cosa più importante.
Buone vacanze e che Dio vi benedica.
Past. Samuele Pellerito