“Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere” (Atti 2:42).

 

In questo ultimo periodo mi è capitato di leggere diverse pubblicità che avevano lo scopo di rilanciare iniziative utilizzando il motto: “Ripartiamo con il piede giusto”. Dopo essere usciti da un tempo diciamo particolarmente provato, anche per la chiesa si rende necessario una ripartenza “con il piede giusto” riscoprendo la benedizione della comunione fraterna.

Una delle caratteristiche della chiesa primitiva era proprio la comunione fraterna, ed i credenti erano perseveranti in questo.

Possiamo dire che la comunione è letteralmente un segno distintivo della Chiesa e dovrebbe essere una realtà nella vita di ogni persona che si dice essere un cristiano.

Nel Nuovo Testamento il termine per indicare la “comunione” è ‘koinōnia’, ovvero la stretta associazione reciproca assimilata alla condivisione che coinvolge stretti rapporti.

Nella comunione fraterna è coinvolto anche lo Spirito Santo: infatti la comunione cristiana è la condivisione reciproca al livello più intimo, come risultato del lavoro trasformante dello Spirito di Dio nella vita di un individuo. L’apostolo Paolo scrive ai Filippesi: “…se vi è qualche comunione di Spirito…” (Filippesi 2:1).

L’essenza della vita cristiana è la comunione con Dio e la comunione con altri credenti in Cristo. Chi non ha comunione con Dio non ha nemmeno comunione con gli altri credenti. “Quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi” (1 Giovanni 1:3). Abbiamo bisogno di comunità e comunione!

Gli esseri umani non possono vivere in isolamento: siamo intrinsecamente esseri sociali. Proprio come Dio è esistito eternamente come tre persone distinte che hanno vissuto la comunione e l’intimità celeste tra loro, il disegno di Dio per le persone è che vivano in comunione e intimità gli uni con gli altri.

Dio ha creato la Chiesa e di questa fanno parte le persone che Lui ha salvato, salva e salverà ancora: Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati” (Atti 2:47).

La Chiesa è il tempio, la casa di Dio, dove Dio dimora e se vogliamo conoscerLo e crescere nella Sua conoscenza dobbiamo frequentarla.

Il rafforzamento della fede, la buona salute spirituale e la nostra crescita spirituale sono in relazione ed in larga misura strettamente collegati alla nostra presenza attiva in una sana chiesa locale: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:25).

C’è una bella illustrazione che ci può aiutare a comprendere il beneficio della comunione fraterna: “Quando le oche migrano, si possono vedere volare in una forma di V. Mentre per noi a terra è una bella cosa da vedere, per le oche è essenziale per la loro sopravvivenza. Se si osservano a determinati intervalli, l’oca che sta in testa fa il duro lavoro di rompere la forza del vento fino a un certo punto, poi si lascerà andare alla fine della formazione per essere rimpiazzata da un’altra oca.

Quindi la ragione di questa formazione a V è molto importante, perché in questo modo le oche che si trovano dietro si sforzano il 60% in meno! Così le oche, alternandosi a vicenda e collaborando, possono fare lunghe migrazioni che altrimenti da sole sarebbero estremamente difficili per le più forti e mortali per le altre”.

Così è anche per noi credenti, insieme ci possiamo sostenere nel pellegrinaggio cristiano. La comunione comporta le relazioni reciproche del dare e del ricevere. È coltivare profonde e trasparenti amicizie spirituali con altri credenti. È partecipare regolarmente, funzionalmente, attivamente dando il proprio contributo in una chiesa locale. Non possiamo essere vicini a Dio se manteniamo le distanze dal nostro fratello!

Chi dice di avere comunione con Dio ricercherà la comunione con gli altri credenti: li amerà, li servirà, li incoraggerà e dall’altra parte si lascerà amare, servire, incoraggiare!

Ci incoraggiamo a riscoprire quanto è riportato nel Salmo 133: “Quanto è buono e piacevole quando i fratelli dimorano insieme nell’unità!” (Salmo 133:1).

Mentre auguro a tutti di trascorrere un buon periodo di riposo, nello stesso tempo come chiesa ci vogliamo proiettare per una ripartenza “con il piede giusto!”.

Dio vi benedica!

 

Pastore Samuele Pellerito