“Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto” (Colossesi 3:8).

Tratteremo in questa meditazione la terza ed ultima componente necessaria per sviluppare la personalità umana del credente: le emozioni. Vedremo il ruolo delle emozioni nella vita cristiana, e come possiamo indirizzare le nostre emozioni alla gloria di Dio.

Le emozioni, o sentimenti, sono una componente importante della personalità umana. Dio ha dotato l’uomo di una natura emotiva, ma l’uomo tante volte l’amministra male. Ciò produce delle emozioni incontrollate e mal dirette. La collera diventa astio, l’amore e la gioia sono associate a ciò che è cattivo e non a ciò che è buono. L’opera che Cristo Gesù è venuto a compiere nell’uomo prevede anche un sano controllo delle emozioni. Come amministratori di Dio abbiamo la responsabilità di fare attenzione perché le emozioni si sviluppino e si esprimano come Lui vuole.

Uno dei giusti modi di utilizzare le emozioni è quello di adorare Dio. I credenti esprimono a Dio il loro amore perché ciò Gli è gradito: ‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’ (Matteo 22:37). Noi Lo amiamo perché Dio ci ha amati per primo e non possiamo rimanere indifferenti quando sentiamo la Sua presenza. La gioia che sommerge il loro cuore li fa prorompere in espressioni sincere di lode: ‘Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste’ (Luca 19:37).

Alcuni sono del parere che le emozioni siano fuori luogo nelle riunioni di culto, ma Dio merita l’espressione spontanea dei sentimenti del nostro cuore! Come non ricordare, a questo proposito, la risposta data da Gesù ai farisei quando questi Gli chiesero di reprimere l’entusiasmo della folla che Lo lodava ad alta voce: ‘Io vi dico che se loro tacciono, le stesse pietre cominceranno a gridare’ (Luca 19:40).

Il libro dell’Apocalisse rivela che le emozioni dei redenti raggiungeranno il loro apice quando essi si troveranno nella presenza di Dio. Il loro entusiasmo sarà traboccante: ‘Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: ‘La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello” (Apocalisse 7:9-10).

La loro gioia è indescrivibile: ‘Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: ‘Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il Suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a Lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la Sua sposa si è preparata’ (Apocalisse 19:6-7).

Le emozioni rivestono un ruolo molto importante nella nostra crescita spirituale. Come nel caso di Adamo, Dio ci ha affidato la cura di un meraviglioso giardino: il giardino del nostro essere. Abbiamo la responsabilità di estirpare, fin dalle radici, cattivi sentimenti come l’amarezza, le passioni insane, la rabbia, ed altri incontrollabili impulsi.

Efesini 4:31 infatti afferma: ‘Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!’. Allo Spirito Santo che abita in noi, invece, è affidato il compito di produrre un bellissimo frutto su questo campo ben preparato. Forse qualcuno può domandarsi: “È mai possibile che la mia crescita spirituale sia così legata alla mia condizione emotiva?” Benché sia un po’ difficile da accettare, è proprio così! L’amore, per esempio, non è un pensiero o un desiderio, è un’emozione.

Se esaminate con attenzione l’elenco riportato in Galati 5:22-23, vi accorgerete che anche le rimanenti parti del frutto dello Spirito Santo sono delle emozioni intimamente collegate con l’amore. Quando l’amore raggiunge il suo pieno sviluppo, potete amare Dio con tutto il cuore ed il vostro prossimo come voi stessi.

L’amore per il prossimo si esprime amando i fratelli e le sorelle in Cristo, gli estranei e perfino i nemici. Si giunge al culmine dello sviluppo emotivo, quando si arriva ad avere la stessa attitudine di Cristo, che avvertiva una profonda compassione per i malati, i perduti e gli affamati. Sentiamoci liberi di esprimere le nostre emozioni alla gloria di Dio!
Dio vi benedica.

Past. Samuele Pellerito