“Temete il Signore, o voi che gli siete consacrati, poiché nulla viene a mancare a quelli che lo temono”

Salmo 34:9

 “Beato l’uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti”

Salmo 112:1

 Il saggio dice: “il timore dell’Eterno è il principio della saggezza” (Proverbi 1:7). Qualcuno ha sviluppato questo concetto dicendo che il timore del Signore è una riverenza che esalta Dio e che è il principio di ogni saggezza. L o Spirito Santo aiuta i credenti a comprendere chi è Dio e che cosa ha fatto. Quando apprendiamo dalla Bibbia la capacità che Dio ha nella Sua forza, nella Sua potenza riconosciamo che Egli è veramente da temere. La Bibbia parla spesso del timore di Dio come qualcosa di necessario e desiderabile. Lo Spirito Santo ha portato il timore di Dio e la riverenza nel cuore di tutti i credenti della Chiesa operando prodigi e segni miracolosi tra la gente “ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli” (Atti 2:43). La chiesa, fortificata ed incoraggiata dallo Spirito Santo, cresceva numericamente vivendo “nel timore del Signore” “così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace, ed era edificata; e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero” (Atti 9:31). Il timore del Signore deriva dalla concezione che si ha dell’Iddio vivente. In ogni vero credente c’è un santo timore di Dio, che lo spinge a riverire la Sua autorità, ad obbedire ai Suoi comandamenti, a stare con un senso di rispetto nella Sua maestosa e santa presenza, a stare lontano dal male. Chi si studia di temere Dio, può vedere che, in Gesù, questo timore produsse una riverente sottomissione la Padre “nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebrei 5:7-8). L’apostolo Paolo esorta i credenti perché il loro timore (o riverenza) verso Dio li induca ad un’esistenza santa: “poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio” (II Corinzi 7:1). Paolo, inoltre, dice agli Efesini di sottomettersi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Il desiderio di onorare Dio, nasce nello spirito del credente quando viene toccato dallo Spirito Santo; tale desiderio cresce proporzionalmente a quanto il credente si arrende a Lui. Gli angeli che adorano Dio intorno al Suo trono, sono onorati di trovarsi alla Sua presenza e gridano “Santo, Santo, Santo” (apocalisse 4:8). Isaia parla dello Spirito che sarà sul Messia e comprende il timore dell’Eterno: “Lo Spirito riposerà su Lui: Spirito di sapienza e dell’intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno” (Isaia 11:2-3). Lo Spirito dell’Eterno dimora nel credente, pertanto egli può sperimentare le sue manifestazioni di saggezza, conoscenza, consiglio, potenza e sapienza. Inoltre, sempre con l’aiuto dello Spirito Santo, egli impara anche a rispettare Dio ed ad avere timore. Il caso di Anania e Saffira fu di ammonizione per la Chiesa del tempo ad avere riverenza per mostrare a Dio il rispetto che Gli è dovuto. “Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose” (Atti 5:11). L’ apostolo Pietro scrive: “temete Dio, rendete l’onore al re” (I Pietro 2:17). Così dovrebbe essere!! Questo non significa che bisogna vivere con la paura di Dio, ignorando l’amore che Egli prova per noi o quello che può fare in nostro favore. Lo Spirito Santo rivela Dio al credente come un amorevole Padre Celeste, ma un Padre a cui occorre avvicinarsi con profondo onore e rispetto. L’adorazione spirituale inizia con la giusta riverenza che ci spinge ad esaltare e che ci rende ubbidienti a Lui. Il “timore di Dio” suscita e sviluppa l’amore, che attraverso il nostro comportamento, riversiamo verso Dio e che Dio ci rimanda a Sua volta copiosamente. Lo stesso apostolo Paolo scrive ai cristiani di Efeso: “camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo di odor soave” (Efesini 5:2). Raccogliamo questa esortazione e camminiamo nell’amore e nel “timore di Dio”, con perseveranza e senza stancarci mai.

Dio ci benedica!

Pastore Samuele Pellerito