‘“Allora Giosafat e la sua gente andarono a far bottino delle loro spoglie; e fra i cadaveri trovarono abbondanza di ricchezze, di vesti e di oggetti preziosi; ne presero più di quanto ne potessero portare; impiegarono tre giorni a portare via il bottino, tanto era abbondante. Il quarto giorno si radunarono nella Valle di Benedizione, dove benedissero il Signore; per questo, quel luogo è stato chiamato Valle di Benedizione fino a oggi” (2 Cronache 20:25-26).

Nei salmi vengono citate alcune valli, come per esempio la valle dell’ombra della morte e la valle di Baca intese come valli di lacrime, di problemi, di difficoltà e sofferenze, ma nella Bibbia viene menzionata un’altra valle, la “valle della benedizione”.

Prima di parlare della “valle della benedizione”, è necessario soffermarci a considerare un aspetto basilare che ci porterà ad entrare nella valle della benedizione: Dio ha già vinto in Cristo e ci ha dato tutto in Lui. Se questo aspetto è chiaro nella nostra vita quotidiana, noi saremo sempre in grado di raggiungere i nostri “monti” e godere dall’alto di una vista meravigliosa.Giosafat e il popolo si erano appropriati per fede dei risultati della grazia di Dio. In altri termini, potremmo dire che avevano conservato la loro “eredità” e benedizione, e per loro fu naturale scendere dal monte e andare a raccogliere il frutto della loro fede.

Che spettacolo! Non avevano combattuto ma raccoglievano il frutto della vittoria in abbondanza.Riesci a godere il frutto della benedizione? Vorrei invitarti a riflettere su questo: sei mai salito sul monte? O hai cercato altre vie per “guadagnarti” la benedizione? Molte lacune nel cammino spirituale non fanno sì che respiriamo aria di vittoria.

Quando Davide decise di riportare l’arca a Gerusalemme, lo fece in modo errato. Forse per l’euforia, forse per calcoli politici, Davide non tenne conto di quello che le Scritture dicevano sul modo di trasportare l’arca. Dio voleva benedire Davide, ma il suo agire fu in contrasto con la Parola. A quella disgrazia Davide ebbe paura e rifiutò la “presenza” di Dio simboleggiata dall’arca. Davide non comprese il suo errore, si disfece dell’arca, lasciandola a casa di Obed-Edom, e Dio per tre mesi benedisse Oben-Edom. 1 Cronache 13:13-14:

“Davide non ritirò l’arca presso di sé, nella città di Davide, ma la fece portare in casa di Obed-Edom di Gat. L’arca di Dio rimase tre mesi presso la famiglia di Obed-Edom, in casa di lui; e il Signore benedisse la casa di Obed-Edom e tutto quello che gli apparteneva”.

Quando non comprendiamo appieno il significato del sacrificio di Cristo, siamo sempre prigionieri degli errori del passato che sembrano perseguitarci. Quando non ci cibiamo della Parola di Dio, quando la parola ubbidienza non ha un significato per noi, godere delle benedizioni spirituali e di quelle materiali per noi diventa davvero un problema. Il problema non è che Dio non voglia benedirci, ma siamo noi che non glielo permettiamo.

Quanti credenti si lamentano di non trovare lavoro, un marito o una moglie per la loro vita? Quanti si lamentano di non riuscire a vivere con quello che guadagnano? Se chiedessimo a questi fratelli o sorelle quanto tempo trascorrono con Dio, e quanta fiducia ripongono in Dio, o se permettono allo Spirito Santo di parlare loro, scopriremmo perché non vivono nella “valle della benedizione”.

Credo che se il nostro desiderio di essere benedetti ci spinge all’azione spirituale, i risultati non mancheranno. Essere nella prova comunque non vuol dire perdere la benedizione, anzi essa emergerà ancora di più.Giacomo nella sua epistola afferma:

“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Giacomo 1:2-4).

Nel tempo della prova i figli di Dio non perdono la benedizione, ma nella costanza della loro fede la fanno risaltare. Ricordiamoci, è solo nell’incredulità che Dio non opera.Nella “valle della benedizione” Giosafat e i suoi raccolsero ogni sorta di beni e benedizioni.Nella biografia di un grande uomo di fede come Smith Wigglesworth, troviamo queste sue parole:

“Ho sempre creduto che fosse un piano di Dio il trovarmi nel bisogno. E’ proprio nell’ora del bisogno che Dio mi apre le porte, questo fortifica la mia fede”.

Dovunque sei, e dovunque ti muovi, quella benedizione ti seguirà nelle cose spirituali e in quelle materiali, e tu prospererai!Concludo con l’augurio di benedizione dato a Gaio:

“Carissimo, io prego che in ogni cosa tu prosperi e goda buona salute, come prospera l’anima tua” (3 Giovanni 2).

Entra nella valle della benedizione!

Pastore Samuele Pellerito